martedì 26 novembre 2013

In morte di Costanzo Preve 
Eugenio Orso
Questa mattina avevo intenzione di scrivere un post dal titolo “Un’altra Europa non è possibile”, per smentire tutti coloro che ammettono la negatività dell’euro e delle “istituzioni unioniste”, puntelli della dittatura europoide, ma credono che “un’altra Europa sia possibile”, buona, giusta, democratica, e farneticano sulla possibilità futura dei cosiddetti stati uniti d’Europa.
Purtroppo, a metà mattinata mi ha telefonato l’amico Luigi Tedeschi, di Roma, per comunicarmi una triste notizia.
La morte del filosofo Costanzo Preve, da qualche tempo gravemente malato, sottoposto a chemioterapia e ormai quasi allettato.
Classe 1943, di padre piemontese e di madre greco-armena, laurea in filosofia alla Sorbona di Parigi, studi di ellenistica ad Atene e laurea in scienze politiche all’università di Torino, dove viveva e dove ha insegnato nei licei, Costanzo ha rappresentato, in particolare dal 1999 in poi, una delle rare voci critiche, libere e autenticamente anticapitaliste nate nel mondo marxiano e marxista europeo-mediterraneo.
Silenziato dai media, costretto, in Italia, a pubblicare le sue opere con piccole case editrici, accusato talora di rosso-brunismo dalle piccole tacche postcomuniste della pseudocultura asservita al nuovo capitalismo, Costanzo, come tutte le grandi personalità – nel nostro paese, ad esempio, Antonio Gramsci – ha semplicemente seguito la sua strada, in solitudine e coerenza, con grande determinazione e coraggio personale, senza badare ai costi che avrebbe dovuto sopportare. Per lui il silenziamento, l’isolamento e talora gli attacchi denigratori e gratuiti, per Gramsci ai suoi tempi la prigione.
In seguito all’attacco militare americano-nato in Serbia e nei Balcani per i torbidi in Kossovo, al servilismo del tristo D’Alema, che ha messo il territorio italiano a disposizione degli aggressori, e soprattutto per l’adesione incondizionata alla “guerra umanitaria” di intellettuali di sinistra della notorietà di Bobbio, Costanzo ha aperto definitivamente gli occhi e ha deciso di seguire fino in fondo la scomoda via della critica senza appello al neocapitalismo, della completa rilettura della filosofia occidentale dagli Elleni ai giorni nostri, della costruzione delle basi filosofiche per un'alternativa al pensiero unico imperante.
Costanzo Preve è ripartito dalla dialettica hegeliana, dal pensiero originale di Marx e dalla filosofia classica degli Elleni. “Ripensare Marx” e non rinnegarlo o edulcorarlo non ha rappresentato un semplice slogan, per Costanzo e per i pochi che l’hanno seguito, ma un punto di partenza ineludibile per poter comprendere le dinamiche del capitalismo del terzo millennio. E per poter iniziare a delineare i contorni di un’alternativa possibile.
Oltre Marx, ripartendo da lui e da Hegel, c’è Costanzo Preve, il più grande filosofo dell’Europa mediterranea (e non solo) all’inizio del terzo millennio. Per lo scrivente, Costanzo è stato un Maestro e un amico. Il debito di gratitudine nei suoi confronti è grande e non potrà mai essere ripagato.
L’originalità del pensiero filosofico previano, la sua solitaria e incessante ricerca di un’alternativa al capitalismo ultimo e al pensiero unico imperanti, rivalutando la funzione veritativa che gli antichi attribuivano alla scienza filosofica, è testimoniata dall’unione delle due espressioni Comunismo e Comunità. Padre riconosciuto del comunismo comunitario in Italia, Preve è stato capace di cogliere, con uno sguardo dall’alto, la sostanza dissolutoria di questo capitalismo dei vincoli solidaristici fra gli uomini, comunitari e di classe, per isolare l’essere umano e sfruttarlo nei circuiti della creazione del valore finanziario. Contrapporre al lavoro capitalistico, oggi precarizzato, super sfruttato e svalutato culturalmente, il lavoro comunistico-comunitario e un nuovo lavoratore collettivo cooperativo e associato, andando oltre Marx, come ha fatto Costanzo Preve, è un’operazione rivoluzionaria, dai contenuti trasformativi. Più di ogni altro, in quanto filosofo e pensatore tradizionale, Preve ha accolto e fatto proprio l’appello di Karl Marx, e cioè che non basta comprendere ma è necessario cambiare.
Chi scrive è certo che quanto ci ha insegnato Costanzo Preve, nella sua quarantennale opera di studioso, di pensatore indipendente, di buon Maestro, non andrà perduto. Decine di libri e di saggi illuminanti, pubblicati non solo in Italia, ma anche in Francia e in Grecia. Un’opera che si è conclusa con la pubblicazione di Una nuova storia alternativa della filosofia. Il cammino ontologico-sociale della filosofia (Petite Plaisance, 2013), autentico testamento di Costanzo Preve.
Partiamo dalla fine per segnare un nuovo inizio, riportando di seguito una citazione di Costanzo, tratta dal Prologo di Una nuova storia alternativa della filosofia.
Terminato questo libro, si apre dunque la porta per un successivo cammino sul terreno della ricerca e dello studio dell’ontologia dell’essere sociale che sarà quindi apertamente anticapitalistica. Si tratterà, però, di sviluppare un anticapitalismo “comunitario” adatto al nostro tempo, che non solo rifiuti l’individualismo ipercapitalistico di oggi, ma anche le varie forme di collettivismo eterodiretto di tipo carismatico sviluppato dal defunto comunismo storico novecentesco (1917-1991), del quale è però bene non dare un giudizio interamente negativo, secondo la moda dell’antitotalitarismo che infuria fra gli “intellettuali” di oggi. Chi scrive, infatti, non è in alcun modo un “intellettuale”, ma è un allievo critico ed indipendente di Marx, sostenitore di una interpretazione comunitaria del comunismo, ed è un filosofo che considera l’ontologia dell’essere sociale il punto più avanzato del pensiero contemporaneo.
I pochi fra noi che hanno avuto il privilegio di avere un tale Maestro, di aver goduto del tesoro inestimabile dei suoi insegnamenti, sanno bene che stando sulle spalle dei giganti si può guardare oltre, e scorgere in lontananza un nuovo tempo e una nuova società umana.
Non addio ma arrivederci a Costanzo Preve, certi che lo sviluppo del corso storico, oltre le secche del presente e il neocapitalismo distruttore, gli accadimenti e le generazioni future gli renderanno finalmente giustizia.

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