In
morte di Costanzo Preve
Eugenio Orso
Questa mattina avevo
intenzione di scrivere un post dal titolo “Un’altra Europa non è possibile”,
per smentire tutti coloro che ammettono la negatività dell’euro e delle
“istituzioni unioniste”, puntelli della dittatura europoide, ma credono che
“un’altra Europa sia possibile”, buona, giusta, democratica, e farneticano
sulla possibilità futura dei cosiddetti stati uniti d’Europa.
Purtroppo, a metà
mattinata mi ha telefonato l’amico Luigi Tedeschi, di Roma, per comunicarmi una
triste notizia.
La morte del filosofo
Costanzo Preve, da qualche tempo gravemente malato, sottoposto a chemioterapia
e ormai quasi allettato.
Classe 1943, di padre
piemontese e di madre greco-armena, laurea in filosofia alla Sorbona di Parigi,
studi di ellenistica ad Atene e laurea in scienze politiche all’università di
Torino, dove viveva e dove ha insegnato nei licei, Costanzo ha rappresentato,
in particolare dal 1999 in poi, una delle rare voci critiche, libere e
autenticamente anticapitaliste nate nel mondo marxiano e marxista europeo-mediterraneo.
Silenziato dai media,
costretto, in Italia, a pubblicare le sue opere con piccole case editrici,
accusato talora di rosso-brunismo dalle piccole tacche postcomuniste della
pseudocultura asservita al nuovo capitalismo, Costanzo, come tutte le grandi
personalità – nel nostro paese, ad esempio, Antonio Gramsci – ha semplicemente
seguito la sua strada, in solitudine e coerenza, con grande determinazione e
coraggio personale, senza badare ai costi che avrebbe dovuto sopportare. Per
lui il silenziamento, l’isolamento e talora gli attacchi denigratori e
gratuiti, per Gramsci ai suoi tempi la prigione.
In seguito
all’attacco militare americano-nato in Serbia e nei Balcani per i torbidi in
Kossovo, al servilismo del tristo D’Alema, che ha messo il territorio italiano
a disposizione degli aggressori, e soprattutto per l’adesione incondizionata
alla “guerra umanitaria” di intellettuali di sinistra della notorietà di
Bobbio, Costanzo ha aperto definitivamente gli occhi e ha deciso di seguire
fino in fondo la scomoda via della critica senza appello al neocapitalismo,
della completa rilettura della filosofia occidentale dagli Elleni ai giorni
nostri, della costruzione delle basi filosofiche per un'alternativa al pensiero
unico imperante.
Costanzo Preve è
ripartito dalla dialettica hegeliana, dal pensiero originale di Marx e dalla
filosofia classica degli Elleni. “Ripensare Marx” e non rinnegarlo o
edulcorarlo non ha rappresentato un semplice slogan, per Costanzo e per i pochi
che l’hanno seguito, ma un punto di partenza ineludibile per poter comprendere
le dinamiche del capitalismo del terzo millennio. E per poter iniziare a
delineare i contorni di un’alternativa possibile.
Oltre Marx,
ripartendo da lui e da Hegel, c’è Costanzo Preve, il più grande filosofo
dell’Europa mediterranea (e non solo) all’inizio del terzo millennio. Per lo
scrivente, Costanzo è stato un Maestro e un amico. Il debito di gratitudine nei
suoi confronti è grande e non potrà mai essere ripagato.
L’originalità del
pensiero filosofico previano, la sua solitaria e incessante ricerca di
un’alternativa al capitalismo ultimo e al pensiero unico imperanti, rivalutando
la funzione veritativa che gli antichi attribuivano alla scienza filosofica, è testimoniata
dall’unione delle due espressioni Comunismo e Comunità. Padre riconosciuto del
comunismo comunitario in Italia, Preve è stato capace di cogliere, con uno
sguardo dall’alto, la sostanza dissolutoria di questo capitalismo dei vincoli
solidaristici fra gli uomini, comunitari e di classe, per isolare l’essere
umano e sfruttarlo nei circuiti della creazione del valore finanziario.
Contrapporre al lavoro capitalistico, oggi precarizzato, super sfruttato e
svalutato culturalmente, il lavoro comunistico-comunitario e un nuovo
lavoratore collettivo cooperativo e associato, andando oltre Marx, come ha
fatto Costanzo Preve, è un’operazione rivoluzionaria, dai contenuti
trasformativi. Più di ogni altro, in quanto filosofo e pensatore tradizionale, Preve
ha accolto e fatto proprio l’appello di Karl Marx, e cioè che non basta
comprendere ma è necessario cambiare.
Chi scrive è certo
che quanto ci ha insegnato Costanzo Preve, nella sua quarantennale opera di
studioso, di pensatore indipendente, di buon Maestro, non andrà perduto. Decine
di libri e di saggi illuminanti, pubblicati non solo in Italia, ma anche in
Francia e in Grecia. Un’opera che si è conclusa con la pubblicazione di Una
nuova storia alternativa della filosofia. Il cammino ontologico-sociale della
filosofia (Petite Plaisance, 2013), autentico testamento di Costanzo Preve.
Partiamo dalla fine
per segnare un nuovo inizio, riportando di seguito una citazione di Costanzo,
tratta dal Prologo di Una nuova storia alternativa della filosofia.
“Terminato questo libro, si apre dunque la porta per un successivo
cammino sul terreno della ricerca e dello studio dell’ontologia dell’essere
sociale che sarà quindi apertamente anticapitalistica. Si tratterà, però, di
sviluppare un anticapitalismo “comunitario” adatto al nostro tempo, che non
solo rifiuti l’individualismo ipercapitalistico di oggi, ma anche le varie
forme di collettivismo eterodiretto di tipo carismatico sviluppato dal defunto
comunismo storico novecentesco (1917-1991), del quale è però bene non dare un
giudizio interamente negativo, secondo la moda dell’antitotalitarismo che
infuria fra gli “intellettuali” di oggi. Chi scrive, infatti, non è in alcun
modo un “intellettuale”, ma è un allievo critico ed indipendente di Marx,
sostenitore di una interpretazione comunitaria del comunismo, ed è un filosofo
che considera l’ontologia dell’essere sociale il punto più avanzato del
pensiero contemporaneo.”
I pochi fra noi che
hanno avuto il privilegio di avere un tale Maestro, di aver goduto del tesoro
inestimabile dei suoi insegnamenti, sanno bene che stando sulle spalle dei
giganti si può guardare oltre, e scorgere in lontananza un nuovo tempo e una
nuova società umana.
Non addio ma
arrivederci a Costanzo Preve, certi che lo sviluppo del corso storico, oltre le
secche del presente e il neocapitalismo distruttore, gli accadimenti e le
generazioni future gli renderanno finalmente giustizia.
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