Costanzo Preve non è più tra noi
Luigi Tedeschi
La parabola umana di Costanzo Preve si è conclusa.
Tutti noi suoi amici sentiamo che una parte di noi stessi scompare.
Quella parte di umanità nostra originaria, unica e personale che si è
creata attraverso un rapporto intenso, coltivato per anni, in cui
reciprocamente ci si riconosce, nei pensieri, nel modo di vivere, di
vedere sé stessi, gli altri e il mondo che ci circonda, nella volontà di
vivere il proprio tempo come una necessaria premessa per il futuro.
Attraverso l’amicizia profonda si conosce l’altro e nello stesso tempo
ognuno di noi scopre sé stesso. La nostra vita è breve, è un evento
circoscritto entro limiti ben precisi. Ed è proprio questo senso del
limite, connaturato alla natura umana, estraneo al mondo contemporaneo,
ma profondamente radicato nella filosofia greca antica, che Costanzo ha
sempre assunto come principio fondamentale del proprio pensiero
filosofico, a costituire la necessaria premessa delle singole comunità
storiche, che insieme costituiscono dei momenti storico – temporali
della comunità umana universale. Il senso del limite comporta a sua
volta la necessaria consapevolezza della morte, quale esito terminale
della nostra esistenza. Ma il nichilismo della morte, è un momento
dialettico che viene superato attraverso l’universalità del pensiero,
dalla nostra capacità di conferire un senso alla nostra vita nella
misura in cui il nostro essere singoli individui acquista la coscienza
di essere partecipe di questa eterna universalità del pensiero.
Per Costanzo Preve la filosofia non era certo una mera elaborazione
intellettuale, ma costituiva un principio etico cui ha conformato la sua
stessa vita, un’etica sociale nella quale si riflette la natura
dell’uomo, inteso come zoon politikòn, come fondamento comunitario
ineliminabile della storia e della società. Il suo pensiero attraverso
l’analisi della filosofia greca classica, unitamente all’idealismo di
Fichte, Hegel e Marx, ha assunto la forma di resistenza estrema
all’alienazione economicista della globalizzazione capitalista. Costanzo
ha vissuto intensamente il nichilismo del nostro tempo, il suo pensiero
ha inciso profondamente sulla analisi della genesi di una società
decadente, la cui storia non è giunta al suo epilogo, perché l’uomo non
può esaurirsi in una alienazione economicista globale, ma, tramite il
pensiero di Costanzo Preve, potrà riscoprire gli opportuni punti di
riferimento per il superamento della crisi di un capitalismo
globalizzato ormai senza storia e senza sbocchi.
Costanzo Preve, col suo pensiero libero, coerente, di grande tensione
etica, lascia una traccia profonda nel nostro tempo. Pochi ne sono
capaci. Tutti oggi ci sentiamo più soli, ci mancherà il conforto del suo
spirito critico, della sua ironia sferzante, del suo spirito critico,
del dialogo serrato, costante, della sua umanità, della sua dedizione,
della sua estrema sincerità e spontaneità, della sua disponibilità verso
gli altri, al di là di ogni pregiudizio ideologico e/o politico.
Costanzo Preve ci lascia in eredità un patrimonio di cultura e pensiero
critico, che si riassume in una concezione etico – politica che è
fondamento indispensabile per il superamento di questo eterno presente
capitalista. Costanzo Preve rimarrà sempre con noi, perché tramite il
suo pensiero potremo scoprire nuovi orizzonti, tracce di tempi nuovi di
cui non abbiamo ancora coscienza. Potremmo allora essere capaci di
creare nuove utopie, necessarie a conferire senso alle nostre attuali
vicende storiche, perché è proprio la condizione di uomini del nostro
tempo ad esigere nuove prospettive ideali e politiche in cui riconoscere
se stessi quali elementi coscienti e partecipi dei destini della futura
umanità.
Costanzo, sarai sempre con noi, perché la tua opera costituirà per noi
un impegno morale imprescindibile per continuare il percorso che tu ci
hai indicato.
Costanzo, non finiremo mai di dirti grazie!
Nessun commento:
Posta un commento
Invitiamo a lasciare commenti sensati. Insulti, provocazioni o attacchi personali non saranno tollerati.