In morte di Costanzo Preve.
ARMANDO ERMINI
(14 aprile 1943 — 23 novembre 2013).
Dopo Pietro Barcellona è scomparso Costanzo Preve, un altro dei rari
eretici di sinistra. Rari perché pensanti e indisponibili ad appiattirsi
sui desolanti luoghi comuni che infestano quell’area politica che,
nell’ansia di essere l’autentica interprete della modernità, ha finito
per far propri schemi di pensiero e concetti interamente funzionali,
perché da esso sgorgati in piena coerenza logica, all’antico nemico
di un tempo, il Capitale. Costanzo Preve, grande estimatore di Hegel,
si definiva comunista comunitarista, e credo che proprio la riscoperta
da sinistra del concetto di comunità, abbandonato da tempo perché n
odore di oscurantismo reazionario, sia stato un suo grande merito. Non è
questa la sede per analizzare, anche criticamente per certi aspetti, il
suo pensiero. Credo che Il Covile avrà modo e tempo di farlo in un
prossimo futuro. In questa sede mi limito a sottolineare una cosa che lo
accomunava fortemente a Barcellona. Atei e marxisti, avevano però
entrambi compreso che la distruzione scientificamente attuata di ogni
struttura sociale e culturale tradizionale e di ogni idea di
trascendenza, non era affatto il presupposto necessario, come invece
pensava Karl Marx, per l’avvento di una società di uomini liberi. Al
contrario, erano proprio quei variopinti legami personali, così definiti
da Marx nei Grundrisse, e quelle sovrastrutture culturali e religiose
atte a mascherare l’essenza dei rapporti umani la cui distruzione era da
lui ascritta a merito oggettivo della borghesia, a contenere, sia pure
depurati e corretti da alcuni aspetti tendenzialmente totalizzanti, le
potenzialità di una società nella quale la libertà dell’individuo non
degradi rapidamente in individualismo egotico. Individualismo a cui, sul
lato pubblico, corrisponde necessariamente e logicamente lo Stato
leviatano, impersonale macchina burocratica e totalitaria (oltre la
foglia di fico di procedure formalmente democratiche) che, pretendendo
di sostituirsi alle forme spontanee di aggregazione dei cittadini ed
alle loro iniziative, finisce per soffocare la società civile. Come una
cura sbagliata o eccessiva finisce per uccidere il paziente, così il
risultato di tale distruzione e il degrado dei rapporti umani e la loro
mercificazione totale dissimulata da parole altisonanti come i “diritti
umani” etc. Per questo, tanto per Preve quanto per Barcellona, il Sacro e
l’atteggiamento religioso, e quindi anche la loro espressione per cosi
dire istituzionale, ossia la Chiesa (o le Chiese), non sono nemici del
popolo e della sua libertà ma possono al contrario esserne preziosi
alleati. Tanto è bastato ai progressisti politically correct dominanti
nelle strutture culturali, a decretare una pluridecennale conventio ad
excludendum per il filosofo torinese, con ciò dimostrando la
subalternità del loro pensiero.
il Covile
Nessun commento:
Posta un commento
Invitiamo a lasciare commenti sensati. Insulti, provocazioni o attacchi personali non saranno tollerati.